Le maioliche e le ceramiche di pregio
Il museo custodisce un’importante collezione di manufatti pregiati provenienti da varie parti d’Italia e databili tra il Cinquecento e l’Ottocento. Mentre le ceramiche di Cutrofiano erano pensate per la società contadina, alle classi più agiate erano destinate le maioliche e le ceramiche invetriate, il cui colore principale è il bianco anche se le decorazioni tendono a essere policrome. Alcune di queste ceramiche sono esposte nelle vetrine al centro della sala.
Nella prima vetrina, le decorazioni floreali e gli stemmi araldici adornano un piatto da parata, un piatto reale e una fruttiera provenienti da Laterza e un raffinato piatto originario di Faenza.
Nella seconda vetrina, spiccano tre albarelli, utilizzati generalmente nei monasteri per contenere spezie e medicinali, e una bottiglia da farmacia, tutti in maiolica e di produzione pugliese. La quarta vetrina presenta albarelli di produzione prevalentemente napoletana. Spesso questi contenitori riportano lo stemma dell’ordine monastico a cui appartengono. Nella quinta vetrina troviamo ceramiche provenienti da Grottaglie, datate tra il diciottesimo e il diciannovesimo secolo, mentre la sesta vetrina ospita servizi di piatti di possibile provenienza campana.
Ma è la terza vetrina quella su cui vale la pena soffermarsi più a lungo, dedicata alle ceramiche smaltate delle botteghe della vicina Nardò, databili dal sedicesimo al diciottesimo secolo. Tra queste, un bellissimo vaso nuziale con decorazione tripartita in cui compare un uomo aristocratico, una dama a seno nudo con una cuffia che le raccoglie i capelli, tipico delle donne sposate, e un cane accucciato, simbolo di fedeltà coniugale.