Parola #5
BENESSERE
di Angela Vitale – Ricercatrice del Centro di Ricerca Aiku – Arte Impresa Cultura – Ca’ Foscari, Venezia
Creative ageing: quale scenario in Italia? Una panoramica aggiornata sulle pratiche di welfare culturale per la terza età.
Introduzione
Il tema “Cultura e benessere” è quanto mai attuale, la dimostrazione è chiara nelle costanti pubblicazioni di studi scientifici e paper di Università e Istituzioni mondiali. Se pensiamo che solo 5 anni fa usciva il rapporto What is the evidence on the role of the arts in improving health and well-being? A scoping review, dell’OMS, base fondamentale dei recenti studi sul rapporto tra cultura e benessere, possiamo rilevare due elementi importanti:
- il tempo: maturo per un dibattito e una costruzione profonda di prassi (abitudini) di welfare culturale;lo spazio: il benessere culturale riguarda tutti i luoghi: le scuole, le politiche, le imprese, le istituzioni mondiali, e non di meno le istituzioni sanitarie.
- lo spazio: il benessere culturale riguarda tutti i luoghi: le scuole, le politiche, le imprese, le istituzioni mondiali, e non di meno le istituzioni sanitarie.
Ma cos’è il Welfare culturale? Treccani, in collaborazione con il Cultural Welfare Center ha fornito la seguente definizione un “modello integrato di promozione del benessere e della salute e degli individui e delle comunità, attraverso pratiche fondate sulle arti visive, performative e sul patrimonio culturale.”
Nel termine integrato, che possiamo riscontrare tutta la differenza tra progetti di welfare culturale ed esperienze episodiche di laboratori di arte pittorica, ceramica o teatro. Per Sacco parlare di welfare culturale vuol dire:
La scelta di parlare di produzione e disseminazione culturale non è secondaria, il welfare culturale non è improvvisazione di azioni creative spontanee, ma professionalità culturali e creative che si intersecano e cooperano con professionisti provenienti da altre aree: sanità, sociologia, psicologia. Il welfare culturale è quindi commistione di discipline e competenze in un sistema che ha come scopo ultimo l’innalzamento del benessere e della qualità della vita degli individui. Questo sistema cambia il suo modus operativo in funzione del target beneficiario: il welfare culturale che opera per i ragazzi ha un modus operativo, inteso come attività e/o servizi proposti, diverso da quello destinato ad anziani, a immigrati, a persone con disabilità fisica o cognitiva.
Il welfare culturale, quindi, è la risposta ad una serie di sfide, identificate nel report del progetto europeo Culture4health, conclusosi a maggio 2023:
per promozione della salute e sulla prevenzione delle malattie;
in contrasto alla crescente crisi della salute mentale;
a sostegno della salute e il benessere dei giovani in senso lato;
a supporto nell’affrontare i cambiamenti nei mercati del lavoro, nei modelli di lavoro e nell’economia;
a sostegno dell’invecchiamento della popolazione;
a sostegno dell’associazione tra salute e modelli di disuguaglianza;
nel promuovere la cittadinanza attiva;
in risposta alle sfide per la salute mentale affrontate dalle persone costrette a migrare.
Nella casistica specifica di questo studio, le sfide affrontate sono legate ai temi della promozione della salute fisica e psichica, alla prevenzione delle malattie, all’invecchiamento attivo. L’approccio salutogenico (Antonovsky 1966) del welfare culturale per la terza età agisce e opera su tre dimensioni dell’individuo:
dimensione valutativa (soddisfazione nella vita);
dimensione edonica (emozionale);
dimensione eudaimonica (senso di scopo e significato).
Queste tre dimensioni vengono mosse simultaneamente all’interno di progetti culturali specificatamente dedicati alla terza età. Proprio per questo, il welfare culturale rappresenta una delle risposte alla sfida europea di costruire modelli di invecchiamento positivi. Se nel 2022 il 21,8% della popolazione europea aveva più di 65 anni, lapalissiana è l’urgenza di costruire comunità dove gli anziani non siano percepiti come mero costo economico, ma alla pari con tutte le generazioni, persone appartenenti alla collettività, incluse e attive in essa. Il welfare culturale è quindi una delle scelte possibili per il conseguimento dell’Invecchiamento attivo.
Quando parliamo di welfare culturale esiste un ulteriore punto di vista che deve considerarsi, quello dell’esperienza artistica e dei professionisti della cultura, ovvero come la produzione culturale possa inserirsi all’interno del welfare senza snaturare la sua vocazione alla creazione artistica. Su questo tema, recenti sono le ricerche effettuate da aiku – arte, impresa e cultura, che pone l’accento sulle implicazioni di libertà creativa, professionalità e ricerca che possono generarsi nel momento in cui la relazione Arte e Benessere,si configura come meccanismo di intervento pubblico per il benessere psico-fisico sia dell’individuo che della collettività alla luce delle riduzioni di finanziamento pubblico per il settore creativo e culturale.
Le politiche:
Diverse sono le indicazioni e le politiche volte alla promozione del welfare culturale in Europa. Tra le più recenti segnaliamo la risoluzione del Consiglio Europeo sul Piano di Lavoro 2023- 2026 per la Cultura 2023 – 2026 (2022/C 466/01), dove oltre ad aver individuato tra le 4 priorità del triennio la cultura per le persone, include nelle 21 azioni proposte “Cultura e Salute”, riconoscendo alla cultura la funzione di strumento per la prevenzione e la gestione (in termini olistici) della malattia e pertanto ne raccomanda l’uso nelle politiche nazionali e nelle pratiche sanitarie, poiché la partecipazione culturale, creativa e artistica “innalza la qualità della vita e migliora la salute e il benessere generale degli individui e delle comunità.” Nel 2021 la Commissione Europea lancia l’Azione preparatoria per la Cultura, ed il programma Culture4Health, conclusosi a giugno 2023, presenta buone pratiche, strumenti e analisi scientifiche sull’impatto della cultura per la salute. In ambito scientifico accenniamo allo studio sulle percentuali di cortisolo presenti negli adulti giapponesi che praticano il canto ad ottobre 2023. Il tema del benessere e del suo innalzamento attraverso la cultura è quindi un campo di azione contemporaneo e di sfida di policy maker, operatori sanitari ed operatori culturali. Per quanto concerne le singole nazioni, paesi come Olanda, Svezia, Finlandia, ma soprattutto la Gran Bretagna, da decenni si occupano di politiche culturali per gli anziani. In italia nel 2019 si costituisce il coordinamento nazionale partecipato multilivello delle politiche sull’invecchiamento attivo, regolato da due accordi consecutivi tra la Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per le politiche della famiglia e l’IRCCS INRCA di Ancona, riconfermato nel 2022 il cui scopo è il coinvolgimento di diversi stakeholders al fine di raccogliere informazioni ed esperienze per la proposizione di nuove politiche sull’invecchiamento attivo. Nel 2021 il Centro di ricerca ha avviato una collaborazione triennale con ISS – Istituto Superiore di Sanità nell’ambito del progetto “Sinergie tra epidemiologia ambientale e sociale e discipline artistiche, in particolare il teatro sociale nella promozione della salute”, che ha come scopo la valutazione dell’impatto delle attività di teatro sociale sulla salute sia degli individui che delle comunità. Diviso in due fasi: la prima di ricerca di metodi, strumenti e risorse salutogeniche del teatro sociale; la seconda di test su campo e verifica dell’efficacia degli interventi. Il progetto è realizzato con gli operatori di teatro sociale della Rete TiPiCi di Milano, rete di artisti dediti alla riflessione e all’avvio di percorsi artistici, educativi e performativi nei contesti sociali del territorio metropolitano milanese. Al netto di iniziative istituzionali parziali, non esiste ancora in Italia una legge che normi, promuova e specifichi il welfare culturale come pratica di salute. Diversa è invece la situazione regionale, con notevoli slanci futuristici già attivi nel territorio nazionale. Pensiamo alla Regione Veneto e alle sue due leggi su “Promozione e valorizzazione dell’invecchiamento attivo” LR 23/2017 dove all’art.1 comma 1., che vede l’invecchiamento attivo come oggetto delle attività culturali; e la LR n° 17/2019 “Legge per la cultura” che all’art 2, riconosce la cultura tra le altre cose “la qualità della vita” esplicitando con chiarezza una visione secondo la quale la cultura viene intesa quale complesso di azioni che impattano sui diversi aspetti della vita delle persone. A conferma di ciò nel Programma triennale 2022-2024 della cultura inserisce la “MACROAREA 3 – Per un benessere di comunità e persone- 5″. Potenziare l’offerta culturale”. La Regione Puglia, per il 2022-2024 ha costituito un fondo regionale per il welfare culturale, con DR n 1736/2022 riconoscendo la valenza terapeutico – riabilitativa della cultura. Al 2010 risale invece la legge regionale n.17/2019 della Regione Piemonte, all’articolo 2 comma e, esprime chiaramente la relazione tra invecchiamento attivo e cultura, e prende a sua missione il sostegno della partecipazione culturale degli anziani (art.10). Sperimentazione importante è quella della rete per il welfare culturale nelle Marche con oltre 60 organizzazioni, promuove politiche di welfare culturale. Il suo ruolo è stato centrale per la realizzazione dell’Azione Cultura e Benessere” presente nel piano cultura della Regione per gli anni 2021 – 2023. Anche la regione Friuli-Venezia Giulia inserisce azioni di welfare culturale, dedicato anche agli anziani nel Programma Triennale (2022-2024). Nella panoramica delle regioni che recepiscono il welfare culturale come necessità contemporanea abbiamo anche la Lombardia che con la LR n°25/2016 – Politiche regionali in materia culturale inserisce come finalità della cultura l’integrazione con le politiche di welfare includendole nei piani integrati della cultura. Diversamente da quanto sopra scritto, dove è evidente la collocazione del welfare nelle politiche culturali, la regione Umbria, con la modifica del 11/04/2013 alla L.R. n.26/2009, “Disciplina per la realizzazione del Sistema integrato di Interventi e servizi sociali” inserisce la cultura nelle politiche di welfare, con l’art. 23 infatti, consegna ai comuni il compito di promuovere azioni positive di carattere culturale (e non solo). Al fine di migliorare la qualità dei contesti urbani e la qualità della vita.
La metodologia di ricerca:
Per la realizzazione della mappatura si è scelto di procedere con una ricerca desk che considerasse il lasso di tempo dal 2021 al 2023, sul territorio nazionale. Si è volontariamente selezionato come voci di ricerca i termini “welfare culturale” e “invecchiamento attivo”. Seppur si potesse includere il termine “partecipazione”, esso ha restituito un numero di record ampio, al punto da rendere molto difficile la distinzione tra veri e propri progetti di welfare culturale e accessibilità culturale. Pertanto, si è scelto di restare sulle due keywords. Si è inoltre scelto di analizzare i progetti che rispondessero a bandi/avvisi di finanziamento pubblici (nazionali e regionali) e di finanziamento di fondazioni bancarie. Queste ultime sono state inserite poiché già da alcuni anni attente al tema del welfare culturale (come nei casi di Fondazione Crt e Fondazione con il Sud). Ogni regione, quindi, è stata analizzata in base alla presenza di avvisi/bandi destinati a welfare culturale e invecchiamento attivo. La presenza del termine ricercato, o di formule espressive riconducibili ai due concetti ha permesso la selezione del bando e la ricerca dei progetti ammessi a finanziamento. Al termine della mappatura nazionale, si sono cercati quei progetti finanziati negli anni 2021/2023 da avvisi dell’Unione Europea relativi a welfare culturale e invecchiamento attivo. In questa mappatura sono stati indicati i progetti che includono partner italiani. Al fine di comprendere al meglio cosa sia e come impatti la pratica culturale nella vita degli anziani, si è scelto di approfondire 3 casi:
Dance Well – pratiche artistiche di danza contemporanea per il supporto al trattamento della patologia “Morbo di Parkinson”;
Teatro Fragile – pratiche artistiche teatrali per il supporto all’isolamento e all’inclusione degli anziani;
Viva. Tante belle cose – pratiche culturali legate al patrimonio culturale per il supporto e l’inclusione di persone oggetto di lutto familiare.
Mappatura
La mappatura ha rilevato un totale di 95 progetti in tutto il Paese:
La regione con il maggior numero di progetti di welfare culturale destinati ad un target over 55 è la regione Veneto, con due avvisi di finanziamento DGR n.927 del 26 luglio 2022 e DGR. 306 DEL 21.03.2023 entrambe derivanti dalla LR. N17/2019. Assenti le regioni Abruzzo, Molise, Sardegna.
Per quanto concerne le aree culturali – creative di intervento, la tabella ci mostra quali sono le pratiche culturali più utilizzate all’interno dei progetti mappati:
È interessante notare come quasi il 50% di progetti riguardi il patrimonio culturale tangibile e intangibile, segue il teatro con quasi il 17% e circa il 7% mette la danza come pratica artistica di cura.
Circa il 74 % dei progetti mappanti include il termine “welfare culturale” esplicitamente espresso in forma testuale o concettuale, ovvero di rimando al concetto stesso. La restante parte, esprime esplicitamente l’invecchiamento attivo, utilizzando la cultura come mezzo.
Per quanto concerne i casi studio, si sono scelti tre casi in base alla necessità di affrontare aree culturali diverse, si è pertanto guardato al mondo della danza, del teatro e del patrimonio culturale. Si sono cercati due progetti che non fossero semplici esperienze temporanee, ma metodologie standard già attive nel tempo e riconosciute come prassi di welfare culturale, “Dance Well” e “Teatro Fragile”. Si è poi scelto il caso “Viva, tante belle cose” data la particolarità della formula sistemica insita nel progetto.
I casi studio:
Dance Well – Movement research for Parkinson (Bassano del Grappa, Veneto)
Nato nel 2013 a Bassano del Grappa (Veneto), da un’idea di Roberto Casarotto, ballerino e coreografo, ha un primo sviluppo nell’ambito del progetto europeo ACT YOUR AGE per la promozione del dialogo intergenerazionale e dell’invecchiamento attivo. Dance Well è guidato dal comune di Bassano del Grappa, ed ha come obiettivo l’inclusione e il benessere di persone affette dal morbo di Parkinson, attraverso la danza contemporanea. Include varie strategie di riabilitazione come esercizio aerobico, training propriocettivo e sensitivo – motorio, tecniche di cueing. Il suo “potere curativo” è ulteriormente rafforzato dalla scelta di praticare la danza all’interno di cornici culturali quali musei, luoghi di cultura. Riconosciuto come metodo olistico di cura dal Fresco Parkinson Institute di Fiesole, Dancewell nel tempo si è trasformato in una pratica performativa che ha una sua scuola centrale a Bassano del Grappa; attualmente coinvolto in un progetto europeo finanziato dal programma europeo Europa Creativa, in partnership con K3 -Tanzplan Hamburg, Le Gymnase CDCN RUbaix, La Briqueterie CDCN Vitry sur Seine, Tanec Praha, Lithuanian Dance Information Centre, Fondazione Fitzcarraldo e Fondazione Università Ca’ Foscari di Venezia. Le cui attività includono: formazione intensiva per gli insegnanti di Dance Well, classi di Dance Well, creazione e presentazione di opere di danza e audiovisive, ricerca e analisi, eventi di divulgazione.
Teatro Fragile – Compagnie Malviste (Milano, Lombardia)
Nato nel 2009, il Teatro Fragile è una pratica teatrale, che ha come scopo il supporto e inclusione di individui affetti da Alzheimer e loro caregiver. Il metodo Fragile assembla giochi verbali e corporei, danza movimento terapia, musica. Si supporta, attraverso l’uso di oggetti e strumenti, la memoria individuale sollecitando, quando e dove è possibile, l’interazione verbale per l’esplorazione dei ricordi. I laboratori sono condotti da professionisti teatrali e registrati al fine di acquisire la base materiale da rielaborare per le successive performance teatrali, dove gli interpreti sono gli stessi partecipanti. I laboratori sono aperti anche ai familiari, care giver e cittadini. Proprio l’eterogeneità dei partecipanti consente l’affievolimento della patologia individuale al fine di rafforzare il valore comunitario del gruppo. Alcuni progetti hanno coinvolto anche il personale sociosanitario di centri diurni ed RSA come il caso di “Dentro i nostri solchi”, laboratorio e spettacolo teatrale con pazienti e operatori sanitari. Attualmente è attiva una collaborazione con l’Università cattolica del Sacro Cuore, e del CIT “Centro di cultura di iniziativa popolare “Mario Apollonio”, sulle pratiche di teatro sociale e benessere. Di rilievo i progetti digitali “Alzheimer nel web” e “Caffè Alzheimer”, nati in pandemia per contrastare l’isolamento di soggetti con Alzheimer e loro famiglie. Le compagnie Malviste sono membri della Rete Alzheimer del Comune di Milano, rete che consente di intercettare i soggetti destinatari delle pratiche di Teatro Fragile.
Viva. Tante belle cose – 34° Fuso Aps (Lecce, Puglia)
“Viva – Tante belle cose” non si presenta come singolo progetto né come procedura di welfare culturale, ma come ecosistema dato dalla collaborazione fra l’APS 34° Fuso, l’Ecomuseo della Pietra di Cursi, una rete di comuni del Salento (Cursi, Castrignano de’ Greci), organizzazioni e istituzioni culturali. Il target di riferimento sono gli over 50, con particolare attenzione a persone con esperienze di lutto famigliare e parenti affetti da patologie oncologiche. L’ecosistema Viva promuove e sostiene pratiche di volontariato attivo legate al patrimonio culturale e alle attività culturali. Tra le attività principali destinate agli over 50 sono di particolare rilievo:
-la Scuola del Paesaggio, con oltre 300 ore di formazione su rigenerazione urbana, botanica, pietra;
-i laboratori di design della pietra e falegnameria: quest’ultimo ha fornito gli allestimenti dell’area kids del Castello Volante di Corigliano d’Otranto;
-i laboratori di teatro e di cinematografia, con la realizzazione di spettacoli e di un documentario “Viva – Imaginai”.
L’aspetto più interessante di questo caso studio è la rete di supporto istituzionale e cooperativa che ruota attorno all’ecosistema Viva, dove Pubblica Amministrazione, Istituzioni culturali e Terzo Settore cooperano sinergicamente per la riattivazione dei cittadini. A questo elemento innovativo, è da affiancare il ruolo di ricevente non esclusivo del beneficio tratto dalle pratiche di welfare culturale, difatti in questo caso specifico la dimensione eudaimonica è caratterizzante. Le attività svolte dagli over 50 non trovano in sé la conclusione, ma il mezzo di realizzazione per azioni di welfare comunitario, come nel caso dei progetti di scambio intergenerazionale con gli studenti provenienti dagli Istituti tecnici.
Conclusioni:
Le diverse sperimentazioni artistiche applicate al benessere, forniscono numerosi spunti di riflessione su come e dove le politiche di welfare possano intervenire per migliorare la qualità della vita degli individui e degli anziani. La mappatura mostra diverse sensibilità geografiche al tema, mostrando come sia quantomeno necessario attuare politiche nazionali più omogenee al fine di consentire a tutte e tutti lo stesso livello minimo di empowerment e di cura. I casi studio approfonditi forniscono poi due modellazioni interessanti: la prima sui metodi intesi come approcci alla cura attraverso forme d’arte specifiche e specializzate; la seconda sui sistemi integrati che operano sul welfare culturale stesso.
Bibliografia:
Haruka Shoda, Ken-Ichi Tabei, Makiko Abe, Jun Nakahara, Shoko Yasuda, Aaron Williamon & Tadao Isaka (04 Oct 2023): Effects of choir singing on physiological stress in Japanese older adults: its relationship with cognitive functioning and subjective well-being, Arts & Health, DOI: 10.1080/17533015.2023.2258934
Fancourt D, Finn S. (2019): Quali sono le evidenze sul ruolo delle arti nel miglioramento della salute e del benessere? Una scoping review. disponibile on line https://culturalwelfare.center/
Sacco P., “Health and Cultural welfare: A new policy perspective?” in Economia della Cultura Fascicolo 2/2017, giugno pp: 165-174 DOI: 10.1446/87269
Grossi E., “Evidenze cliniche dei rapporti tra cultura e salute “, in Economia della Cultura (ISSN 1122-7885) Fascicolo 2, giugno 2017 doi: 10.1446/87270
Council resolution on the EU Work Plan for Culture 2023-2026
Fancourt, D., Steptoe, A. Cultural engagement predicts changes in cognitive function in older adults over a 10 year period: findings from the English Longitudinal Study of Ageing. Sci Rep 8, 10226 (2018). https://doi.org/10.1038/s41598-018-28591-8
APPENDICE