Parola #6

APERTURA
di Monica Gori – Segretaria di Presidenza e Direzione del Mic Faenza

Il museo si fa casa | La comunicazione efficace e accessibile. Il caso del MIC Faenza

Il MIC Faenza rappresenta un modello di accessibilità sin dalla sua fondazione nel 1908, attraverso uno statuto lungimirante che focalizzava le finalità divulgative del patrimonio ceramico attraverso una serie di attività di approfondimento e comunicazione della cultura ceramica di ogni tempo e luogo. Del resto, se l’arte è una forma di comunicazione accessibile a tutti, la ceramica è una forma d’arte totalmente percepibile e abbatte, grazie alla sua natura tattile, le barriere sensoriali-percettive.
Un momento fondamentale per la comunicazione di questo patrimonio così antico nel suo legame con le prime civiltà del mondo, ma contestualmente così legato alla contemporaneità, è stata la creazione di un laboratorio didattico, “Giocare con l’Arte”, fondato dall’artista-designer Bruno Munari a fine anni 70. Un primo passo efficace verso quell’”accessibilità per tutti”, attraverso una didattica completamente innovativa, inclusiva e volta alla creazione di progetti a sostegno delle categorie più fragili.
I vari progetti del MIC, inclusa la progettazione europea, hanno ampliato il campo d’azione per la comunicazione del patrimonio ceramico, grazie alla condivisione di idee ed esperienze.
In tempi più recenti, gli impulsi giunti dal Ministero della Cultura, anche attraverso le linee guida di ICOM, ci hanno condotti a programmazioni specifiche che hanno abbracciato tutta la comunicazione museale, includendo una accessibilità atta a superare barriere culturali, cognitive e psicosensoriali.
Sono nati così i progetti del MIC per le disabilità e per le persone fragili, che hanno portati gli operatori del museo a rivedere tutta la comunicazione con un atteggiamento nuovo verso il proprio patrimonio: segnaletica chiara, mappe tattili, attenzione all’illuminazione, superamento dei dislivelli fisici, nuove immagini guida per agevolare i testi didattici, scritti con linguaggi più immediati, “accessibili” per l’appunto, con un font adatto a tutti e con uno sguardo alla tecnologia.

Nello specifico, il progetto dedicato alle persone cieche e ipovedenti si è strutturato anche grazie ad una collaborazione con l’associazione Lega del Filo d’oro. Un’esperienza unica e potente, complessa e sottesa ad una necessaria programmazione specifica in quanto dedicata a persone sordo-cieche. Gli operatori esterni che accompagnano queste persone hanno una formazione altamente specializzata e sono loro a rapportarsi con gli operatori museali, creando un ponte comunicativo. Gli operatori museali, a loro volta, apprendono come si possano trasmettere emozioni, esaudire desideri, creare divertimento. Questa tipologia di visita segue diverse fasi: dal tocco dell’argilla fresca, umida, malleabile, al tornio che col suo movimento crea prima un disagio poi via via un vero divertimento, fino al tocco della ceramica esposta, facilmente accessibile e in situazione di «sicurezza».
Dal 2021 e in particolare nel 2022 è avvenuto al MIC un cambiamento di rotta per la didattica dedicata ai ciechi ed ipovedenti e la nascita di nuove consapevolezze, affrontando il tema in maniera più strutturale, seguendo le linee guida dettate da esperti in materia. Si è iniziata una collaborazione con il Museo Tolomeo, presso Istituto ciechi Cavazza di Bologna, grazie all’arch. Fabio Fornasari. Diversi incontri hanno portato inizialmente ad una consapevolezza riguardo il ricco materiale del MIC, identificando congiuntamente alcune opere significative da “raccontare”, attraverso copie degli originali, realizzate ad hoc presso il laboratorio didattico del MIC. Sono state selezionate anche opere già fruibili senza protezione di vetri, da rivelare attraverso un racconto guidato dagli operatori museali. Si è indagato il patrimonio ceramico anche dal punto di vista della didattica di sala, di recente riscritta in caratteri più leggibili come ad esempio easy-reading, affiancando immagini attraenti ed esplicative per tutto il pubblico. La fase progettuale ed attuativa ha visto inoltre una serie di facilitazioni per la visita quali i testi didattici di sala in alfabeto Braille e codici QR collegati a contenuti audio narrativi. Tutte queste attività hanno portato alla revisione dei testi didattici, sintetizzati e semplificati nel linguaggio, tuttavia esaustivi e con approfondimenti nei contenuti. Un’accortezza che non diminuisce il valore della comunicazione del patrimonio, ma al contrario lo rende maggiormente fruibile a tutti, compreso il pubblico normodotato, ma con diverse formazioni culturali.
Rappresenta infatti un’istanza fondamentale, quella che unisce didattica e accessibilità, aspetti distinti che si incrociano condizionando le scelte museologiche e museografiche. Per la formazione degli operatori, si è partiti da un corso tenuto da un operatore cieco, dell’istituto Cavazza, il prof. Torrente, il quale ha offerto principalmente consigli comportamentali nei confronti dei ciechi: non solo accompagnare gli utenti ciechi in visita, ma seguire un approccio basato sull’accoglienza, sulla possibilità di stabilire una relazione tranquilla ed efficiente con regole volte a determinare un particolare linguaggio, capacità di ascolto, capacità di anticipare gli ostacoli…

L’accessibilità del MIC coinvolge anche le persone sorde, attraverso un progetto nato in collaborazione con l’associazione FIADDA Emilia Romagna. Il progetto denominato “ACCESs, Accessibilità Comunicazione Cultura E Sottotitoli per le persone sorde” del 2022, è stato finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, come progetto pilota, nell’ambito del Bando regionale per il sostegno di progetti per l’inclusione sociale delle persone sorde, sordocieche e con disabilità uditiva.
Il percorso progettuale del MIC è stato seguito dalle referenti di FIADDA Felicia Todisco e Lucia Brasini. I primi incontri avvenuti al Museo nell’estate 2021 hanno permesso di valutare la situazione espositiva delle collezioni ceramiche e della didattica museale, in modo da evidenziare i punti di forza e le criticità, per progettare poi soluzioni ad hoc. Il ricco patrimonio eterogeneo, caratterizzato da ampi spazi articolati, sede di allestimenti realizzati in periodi diversi e da differenti professionisti, rende il MIC un terreno complesso da fruire. In virtù di questa analisi, il cuore del progetto è stato immediatamente individuato nella realizzazione di una video mappa multimediale che conducesse il visitatore alla scoperta delle varie sezioni, anch’esse raccontate da video-racconti nel linguaggio dei segni, realizzati da Federica Fanti (in forza al MIC) e da due guide di FIADDA (persone con sordità), un’oralista Lucia Brasini e una segnante Susanna Ricci Bitti.
I 18 video realizzati seguono il percorso espositivo museale accompagnando il visitatore fin dal portale d’ingresso, opera dell’artista Mimmo Paladino, al chiostro interno, arricchito da numerose opere monumentali, e concludendosi con il nuovo allestimento della sala delle ceramiche popolari e design. I testi sono stati attentamente revisionati e adattati dalle operatrici FIADDA, resi fluidi e accessibili con parole più immediate, tali da giungere al visitatore in modo più chiaro possibile. Si tratta di un passaggio fondamentale nella realizzazione delle video guide, così come lo è stato per i testi tradotti in alfabeto braille o per i contenuti audio narrativi collegati ai codici QR. I 18 video prodotti sono stati caricati nella playlist dedicata al progetto sul canale YouTube del MIC (@MICfaenza) e condivisi nel sito del Museo (sia in homepage che nella pagina dedicata all’accessibilità), nel percorso virtuale e sui tablet distribuiti gratuitamente in biglietteria offrendo così al visitatore la possibilità di scegliere la migliore fruizione e se utilizzare il proprio device o il tablet. Allo stesso modo, nel sito del MIC sono disponibili i racconti-audio a descrizione del patrimonio ceramico.
Se il museo deve essere un luogo “per tutti” ed avere come finalità, oltre la conservazione e trasmissione del proprio patrimonio, il miglioramento della vita delle persone, attraverso un’esperienza emotiva e intellettuale, si deve ampliare lo spettro progettuale fino all’integrazione culturale. A tale scopo sono organizzati al MIC i laboratori ceramici per le comunità straniere del territorio, dove la creatività ceramica esplora usi e costumi di paesi lontani, coinvolgendo una parte importante e sempre più ampia della nostra comunità. Conoscersi attraverso l’attività ceramica in laboratorio stabilisce nuove dinamiche relazionali specie gli utenti più giovani.
Seguendo la medesima filosofia di apertura ai problemi della nostra società, il MIC organizza laboratori ceramici per le donne vittime di violenza, in concerto con i centri antiviolenza e l’assessorato pari opportunità. Laboratori discreti, condotti da artiste che dialogano ed entrano con delicatezza nelle vite di molte donne, attraverso un lavoro sul materiale ceramico che comprende anche la pratica del Kintsugi. Riparare un oggetto frammentato, con l’oro porta ad una indagine sulla fragilità, sull’idea che da una ferita possa nascere una nuova forma di perfezione.

Attraverso ogni attività di apertura e coinvolgimento del proprio pubblico, di ogni pubblico possibile, il museo si rende luogo indispensabile, oggi più che mai, ad una società caratterizzata da cambiamenti epocali e talvolta stravolgenti, con l’ambizione e la necessità di contribuire al miglioramento e al benessere di chiunque lo frequenti.

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